domenica 27 marzo 2011

Bulli o "cretini"?

Quando, affrontando la problematica, ti senti ripetere che il bullismo è “quando je meni” capisci che c'è qualcosa che non va...
Molti dei ragazzi hanno comportamenti prevaricanti per gioco, per scherzo, senza una concreta volontà di offendere il malcapitato preso di mira.
Spesso però, chi viene fatto oggetto di tali attenzioni, oltre ad essere il più debole, è anche quello che non è inserito nel gruppo, che si sente diverso, il brutto anatroccolo.
Non è facile far capire agli adolescenti le dinamiche che si innescano, dire loro di mettersi nei panni altrui è impossibile.
A quell'età si è alla ricerca della propria individualità e gli altri sono ornamenti, accessori di cui vantarsi: io sono amico di Tizio e quindi sono “forte”, e dico a Caio che è brutto ed antipatico e quindi sono superiore.
Si vive in prima persona dimenticandosi spesso che non si è tutti uguali e che anche comportamenti superficiali e stupidi possono innescare tanta sofferenza.

domenica 13 marzo 2011

Consigli dell'Agente Lisa

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le mie trasgressioni 4

Inizio col dire che non ho avuto bisogno di tanti comportamenti trasgressivi per fare qualcosa che facesse vedere ai miei genitori che sono cresciuta perché mi sono sempre impegnata in tutto e loro sanno che sono una persona molto responsabile perciò mi danno la mia libertà a condizione ovviamente che io studi e mi impegni sia a scuola che nelle attività pomeridiane perché vogliono che mi faccia una solida cultura e che in futuro abbia un buon lavoro.
Ora che sono cresciuta però mi capita di fare cose che so non piacciono a mia madre perché deve capire che ora sono cresciuta non solo per impegnarmi e prendermi le mie responsabilità, ma anche di fare di testa mia.
Per esempio ho iniziato a bere caffè, perché mi piace.
Un'altra cosa è che quando esco ho l'abitudine di comprare sempre qualcosa e di spendere soldi come mi va e a mia madre non va bene perciò non glielo dico (specifico che i soldi che spendo sono miei)
Volevo iniziare a fumare, poi non l'ho fatto perché un amico mi ha consigliato di non farlo.
Un'altra trasgressione un po' più seria è che una volta sono andata in motorino con un mio amico più grande ma avevo il casco, solo che lui non aveva il permesso per andare in 2, comunque ci è andata bene perché non c'erano in giro i vigili urbani.
Per ora non credo di aver fatto grandi trasgressioni, però inizio a distaccarmi anche come modo di pensare dai miei genitori, vuol dire che sto continuando a crescere.
Alunno 4

giovedì 10 marzo 2011

le mie trasgressioni 3

Io penso che ho fatto molte cose suggerite dal mio diavoletto, non cose estreme perché so quando mi devo fermare per non andare troppo oltre e quando le ho fatte o l'ho scampata o ho imparato molto dalle mie azioni: ora non fumo perché ho provato ma mi sono sentito male, con giramenti di testa.
Adesso faccio “vandalate” delle volte per divertirmi, per andare oltre le regole, forse perché viene voglia di provare cose pericolose, anche se so che mi fa male provo lo stesso, forse per sentirmi più grande, forse per far vedere agli altri che non ho paura.
Questo non mi succede spesso perché ho una personalità, secondo me, forte e se faccio “bricchellonate” è solo per divertimento o per andare contro le scritte dei divieti.
Alunno 3

le mie trasgressioni 2

Fino a qualche anno fa i miei genitori erano il mio ideale. Tutto ciò che facevano, dicevano, pensavano era sempre giusto. Li consideravo praticamente onnipotenti.
Crescendo ho scoperto che non è così, ho scoperto che c'è gente che la pensa in modo diverso, che dice cose più giuste o che pensa cose più giuste. Così ho iniziato anch'io ad avere delle mie idee, talvolta diverse dalle loro. Questo è come se avesse mandato in confusione i miei genitori, cambiando il nostro rapporto, basandolo più che altro su discussioni.
Spesso mi sento come se loro non volessero accettare che anche io sono una persona, con dei miei pensieri, con le mie esigenze, non capiscono che non sono più una bambina.
Personalmente non li capisco, e non ho neanche più voglia di capirli. L'indifferenza prevale ormai da parte mia, ma dalla loro invece è come se ci fosse una sfida in atto.
Non perdono occasione per provocarmi. Così, ho agito di conseguenza,sempre però mantenendo le mie idee, tutto ciò che loro non approvano, ho cominciato ad approvarlo, tutto ciò che a loro non piace, ha cominciato a piacermi. Già le prime discussioni. Di certo non smetto di volergli bene, ma a volte ci resto davvero male, e reagisco. Da qui le mie "trasgressioni", anche se devo dire che sono abbastanza calma, diciamo che il mio "angioletto" è più forte del "diavoletto", fortunatamente. Se c'è stata l'occasione per fumare, o fare uso di stupefacenti non l'ho mai colta, perchè come dice lei ( professoressa ), preferisco essere lucida, cosciente.
Per me trasgredire è un'altra cosa.
Io penso che nella vita ognuno debba fare ciò che vuole, per me il fine giustifica i mezzi.
Quindi ecco, se per ottenere ciò che si vuole occorre trasgredire, è giusto trasgredire.
Ammetto che qualcosa di "trasgressivo" l'ho fatta, come è normale che sia, ma quando l'ho fatta, l'ho fatta perché magari non mi sentivo abbastanza, o volevo dimostrare qualcosa.
Trasgredire, solitamente fa sentire bene, sicuri di se stessi, forti, a me no, cioè in un primo momento, ma poi i sensi di colpa prevalgono.
Alunno 2

Le mie trasgressioni 1

E' da quando avevo 9-10 anni che ho iniziato a ragionare e mi sono accorto che il mondo che mi circondava era pieno di cose pericolose e, all'inizio qualcosa mi invogliava a seguirle. Con il tempo però ho imparato a frenare anzi bloccare del tutto queste tentazioni e, anche se il desiderio di scoprire cose nuove è veramente forte non ci casco. Gli amici/amiche che ho fumano, bevono, rubano.. e quasi tutte le volte che compivano queste trasgressioni mi hanno invitato e, anche se per me è difficile, perché non mi rendo uguale agli altri, perché voglio scoprire cose nuove, però dicono tutti che queste trasgressioni comportano rischi seri che ti possono cambiare la vita quindi.. dato che io ci tengo alla mia vita preferisco aspettare perché certo non posso comunque stare una vita senza aver provato alcune cose..
Alunno 1
Adolescenza... parola inflazionata, ovunque sui media si trovano interventi volti a spiegare le tappe della crescita.
Quando un insegnante si trova in classe, guarda i visi e vede la difficoltà della crescita, vede sguardi persi nei sogni, occhi furbi che cercano di sfuggire alle regole, osserva comportamenti che difficilmente rientrano nelle norme del vivere civile.
Si rende conto che è inutile parlare di monomi e piramidi quando l'attenzione degli alunni è concentrata altrove meglio proporre una ricerca sul significato dell'adolescenza, sul desiderio di trasgredire che insorge all'improvviso, sulla ricerca di indipendenza che stupisce le famiglie.
Per i ragazzi avere l'opportunità di raccontare le difficoltà che incontrano nel loro percorso di crescita è utile, mettono a fuoco i perché, non si sentono giudicati e capiscono che si trovano sulla strada della “crescita” che devono seguire per arrivare all'indipendenza.
Compito degli adulti è affiancarli cercando di prevenire devianze, comportamenti a rischio e aprire un blog in cui confrontarsi e cercare confronti è utile, ancora meglio se il blog è supportato da esperti che possano indirizzare correttamente verso il mondo degli adulti.